Memoria spedita da/Memory sent by: francesco.michi il 26.10.2004
memories figli/sons i nonni - emozioni della memoria compleanno da emozione
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riferimento temporale/time reference : 7 ,2001
LA FESTA DI COMPLEANNO - le emozioni della memoria
Quattro anni fa al mare, in Grecia, stavo tornando con mio figlio Pietro dalla spiaggia alla casa e parlavamo. Lui,. all'epoca, aveva 8 anni e mi chiedeva di quando ero piccolo, di quando avevo la sua età. La chiacchierata finì con Pietro che mi proponeva di rintracciare i vecchi amici, i compagni di classe di allora, di incontrarli per vedere come eravamo cambiati e magari per presentarlo loro dicendo "questo è mio figlio". La cosa mi piacque, e mi commosse: sarebbe davvero stato bello, ma la quasi totalità degli amici con cui avevo passato l'infanzia chissà che fine avevano fatto. Con un po’ di fortuna sarei stato in grado di rintracciare quei due o tre che poi, con l’andare avanti negli studi, avevano fatte scelte simili alle mie.
Ma non è stato solo questo a spingermi ad organizzare una festa per il mio 50° compleanno.
Anche in questo caso c’entra sempre in qualche modo Pietro, quando ha cominciato ad esserci, ancora prima di nascere, quando io ed Elsa abbiamo trovato fattibile il fatto di avere un figlio. E’ naturale che da allora il mio modo di condurre la vita sia in qualche modo cambiato, non saprei dire né come né quando., ma la memoria… la memoria di me è diventata diversa.
Nel corso della vita avevo notato che l’attuale visione del mondo (derivata dalle cose di cui ti occupi al momento, da ciò che al momento credi) in qualche modo riscrive la storia precedente (siamo i Grandi Fratelli di noi stessi), aggiustando la memoria cosicché la vita appaia sempre in qualche modo congruente, o coerente.
Come dicevo, o come volevo dire, questo per me non è più stato possibile completamente. L’immagine e la memoria di me “prima” è quasi quella di un’altra persona.
Questa è una sensazione forte, e le emozioni che le sono collegate sono anch’esse sorprendenti, e vanno dalla meraviglia, all’oblio, alla incredulità, alla vergogna.
Forse quello della vergogna è il sentimento più forte così come il meno spiegabile, e la cosa più particolare è che io stesso non so cosa voglio dire: negli ultimi anni mi sono tornati in mente episodi e persone, cose dette e cose non dette ma che avrei dovuto o voluto dire, cose tutte che mi ero dimenticato, o che avevo accantonato. E’ come se avessi scoperto di avere un debito, non necessariamente con altre persone (sto parlando non proprio di fatti, ma di sensazioni che li hanno accompagnati) , forse più che altro con me stesso. Spero di chiarire meglio questa cosa via via , andando avanti.
Ho avuto dubbi sulla mia capacità di riuscire ad organizzare la mia festa (non avevo mai festeggiato il mio compleanno – in maniera pubblica , in grande stile). Ho avuto dubbi sulla opportunità diu farla così come me la ero immaginata. Però poi è stato più forte di ogni mia remora la volontà di creare e crearmi una occasione di rivedere più gente possibile che avesse percorso con me un po’ della propria vita. Pietro, mio figlio, è stato determinante. Ha sentito questa festa come sua e ha preteso la sua parte giustamente, dirigendo la zona figli. Elsa che ha curato l’organizzazione è stata impagabile. E già questo sostegno, che non è stato invasivo rispetto ai miei dubbi, e stato commovente.
Io mi sono deciso dieci giorni prima della festa ad attaccarmi al telefono e rintracciare amici, amici che non vedevo anche da venti anni, amici che conoscevo da quasi quarantacinque anni… li ho invitati, ho dato loro un numero di telefono, un indirizzo. Ho invitato alcuni di loro di farsi portavoce con altri comuni amici e di invitare ancora, la festa era aperta.
Sergio ha messo a disposizione la sua galleria d’arte, un vasto spazio. Conosco Sergio da quando avevamo venti anni e non ci siamo mai persi di vista.
Bene forse parlerò ancora della festa, che è stata bella e piena di entusiasmo, molte persone, molte sorprese.
Fernanda, studiava con me al Liceo, mi ha rimproverato qualcosa (o così mi è parso), mi ha narrato di una mia visita a casa sua (dopo che si era già sposata ed aveva avuto una figlia) di cui non mi ricordavo. Questo mi ha lasciato sospeso, perché non è solo di quella visita che non mi ricordavo, ma di tutto quel periodo. Non riesco a collocarlo bene. Ed ho colto forse rimprovero perché io sento situato in quel periodo qualcosa di sospeso e di inquieto, che non so come scavare. So che ero triste e agitato, paura. Temo di aver deluso. O di essere scappato.
Scrivo di getto, come il blog vuole. Tornerò su questo, sul compleanno.
Questo primo intervento serva da invito e da aggancio per scrivere ancora
'AGGANCIA' a questa una tua memoria / 'HOOK' to this memory a memory of yours
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