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Possiamo
considerare la nostra vita come costituita da fatti, da molti episodi.
Con l’andare del tempo questi episodi diventano memorie e
si possono considerare questi ricordi come belli o brutti, oppure
memorie di momenti belli o brutti. Ma cosa possiamo dire, da un
punto di vista estetico, delle ”connessioni” delle mie
memorie, o delle connessioni fra il ricordo che io ho di un certo
fatto o esperienza con il ricordo che dello stesso fatto ha un’altra
persona?
E cosa posso dire, sempre dallo stesso punto di vista. Della memoria
in sé stessa, della memoria come processo?
Forse potrebbe essere utile considerare come i nostri ricordi stiano
nello spazio/tempo della delle nostra vita e della nostra esperienza,
considerandoli però utilizzando il nostro “senso estetico”.
Possiamo usare un simile approccio per molti aspetti della nostra
vita, particolarmente per quelli che interessano fattori come il
tempo e l’esperienza. Questo progetto , Connected Memories,
potrebbe essere visto come un uno dei tentativi per creare una “estetica
degli eventi” (per queste ultime frasi ho parafrasato Albert
Mayr “BELLEZZA
COME PROCESSO: PER UNA ESTETICA DEI TRAGITTI”, A-books
2004)
Connected memories (CM) è un particolare tipo di blog, che
concilia il racconto personale, l'attitudine al diario, all'idea
dell'ipertesto: può essere letto come una serie di interventi
separati ma connessi oppure come un unico grande diario.
Il tema di CM è la memoria, il racconto dei propri ricordi
e i commenti su di essi o/e sulla memoria in generale: riflessioni
e racconti, quelli che compongono CM, che al momento in cui vengono
in pubblicati, possono essere materiale di partenza per racconti
e riflessioni di altri.
Tutti i diari sono pubblici ed aperti: ogni membro della comunità
di CM può scrivere il proprio intervento e può anche
“agganciare” il suo a quello di qualunque altro, in
questo caso chiameremo “padre” l’intervento al
quale ci si aggancia e “figli” i vari interventi che
si agganciano ad un altro. Questo processo permette di creare una
comunità in cui ognuno mette in comune brandelli della propria
memoria, collettivizzando esperienze, momenti, stati d’animo.
Proviamo ad immaginare l'insieme di tutte le memorie di CM come
una stanza molto grande, una cattedrale di una comunità libera
e virtuale. Consideriamola come una cattedrale sollecitata acusticamente.
Potremmo considerare le memorie che più sono stimolo per
altre memorie connesse, come frequenze risonanti in questo spazio
immaginario, punti di memoria amplificata e persistente, come "drone".
Più memorie “figlie” genera un intervento, più
questo risuona nella stanza della nostra memoria collettiva: i partecipanti
al progetto potranno trovare e “creare” dei punti di
risonanza, ingigantirli, “connetterli” con altri di
pari portata, lasciarli, abbandonare memorie sparse nella memoria
comune.
Riprtendendo quello che ho scritto all’inizio, luso la a metafora
al mondo del suono per suggerire una ipotesi di interpretazione
delle memorie e delle esperienze come un fatto estetico.
CM usa tre tipo di interfaccia; una testuale, la più semplice,
una mappa in 2D ed una mappa3D navigabile. A vari livelli queste
tre interfacce rendono visibile lo spazio immaginario delle nostre
memorie, le connessioni e i rami che si sviluppano, evidenzierà,
aggiornandosi continuamente, i punti di risonanza che sono determinati
dalla quantità degli interventi fra loro connessi e mostrerà
il loro mutare nel tempo.
Negli spazi a due e a tere dimensioni, gli oggetti che rappresentano
le memorie evidenziano le loro connessioni con gli altri oggetti/memorie:
più grande è il numero di “figli” che
una memoria produce, più grande appare.
La comunità di CM sarà tendenzialmente in continua
e illimitata espansione. La lingua di partenza sarà l’italiano,
che è la mia lingua, ma potrà accogliere interventi
in ogni lingua che possa essere scritta o traslitterata in caratteri
occidentali
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We can think of our life as being made of facts, of several moments.
As time goes by, these moments of our life become memories and I
can consider these memories as beautiful or unpleasant, or memories
of beautiful or unpleasant facts. But what can I say, under an aesthetic
point of view, about the connections of my memories, and about the
connections of the memories I have of a certain fact or experience
with the memories that other people have about the same fact? And
what can I say, under the same point of view, about Memory itself,
about Memory as a process? Maybe it could be useful to consider
how our memories lie in
the time/space of our life and of our experience, viewing all this
through our aesthetic sense. We can also use a similar approach
towards many other aspects of our life, particularly the ones that
involve time and experiences.
This project could contribute to the attempt to create an "Aesthetic
of the Events" (see Albert Mayr "BELLEZZA
COME PROCESSO: PER UN'ESTETICA DEI TRAGITTI" A-books 2004)
Connected
Memories (CM) is a particular kind of blog, which merges the autobiographical
storytelling, the attitude to a personal journal, with the idea
of a virtual/mind [?] generated hypertext. It can be read as a project
for a series of various unique tales, indeed shared, or as a huge
collective diary. The CM concept is about Memory, the telling of
our own memories and the comments about them and/or about the remembering
mechanism of Memory itself. The stories and the reflections which
are published on CM can be the starting memory materials for stories
and thoughts and recollections of someone else.
Each log is public and open. Any member of the CM community can
write their own contribute, but can also “hook” their
own to that of anyone else. The structure of the hypertext is like
a family history of this particular “personal storytelling
community”.
We have labeled “parents” the main written intervention
to which we can “hook”, and “children” the
various ones that will be “hooked” to it. This process
allows to create a community in which everyone will share fragments
of their own memory, collectivizing experiences, moments, moods.
Let’s now try to imagine the memories of CM as a whole, as
a very large room, a cathedral of a virtual and free community.
Let’s consider it as an acoustically excited cathedral. So
we could consider the memories that have more “children”,
the ones that more stimulate other memories, like the resonant frequencies
of this imaginary space, like points of amplified and persistent
memory, like drones. The more “children” interventions
are generated, the more they will resound like a well known echo
in the room of our collective memory. Those participating in the
project could find and create new “echo” points, they
could magnify and connecting them to other similar points, as well
as to leave their scattered memories in the common memory. As I
said at the beginning, using a metaphor from the world of the sound
wants to suggest a way, a hypothesis to interpret memories and experiences
as an aesthetic matter.
CM has three kinds of interface: a simple textual one, a 2D map,
a 3D browsable map. These interfaces make visible, at various levels,
the imaginary space of our memories, their connections and branches,
and, continually being kept up to date, they will highlight the
“echo,
resound points” and their changing in time. In the 2D and
3D spaces, the objects representing memories show their own connections
with other objects/memories, and the more a memory produces “children”,
the larger it will appear.
The
CM community will be in a permanent and unlimited growth. The starting
language will be Italian, which is my mother tongue, but it will
accept interventions in any language that can be written in or transliterated
into Latin characters. |
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