Memoria spedita da/Memory sent by: Carlo.Giabbanelli il 16.7.2006
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Memories è un tentativo di interpretare esteticamente le
nostre memorie e la memoria in generale.
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Memories is an attempt to aesthetically interpret our memories and
memory in general.
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riferimento temporale/time reference : 1982
Tricolore
Lì per lì pensai che fosse un trucco, un montaggio fotografico. La foto era veramente buffa, meglio: beffarda. C’era il Presidente del Consiglio, Spadolini, avvolto in una bandiera italiana.
Per chi non lo avesse presente, Spadolini era grasso, anzi obeso. La sua mole era cresciuta insieme alla carriera e ormai, giunto al vertice della politica italiana, somigliava a uno degli ippopotami di “Fantasia” (era anche vanesio e camminava compuntamente col culo stretto sulle gambette a ics).
Francamente, in quelle condizioni, non è che gli donasse molto avvolgersi in una bandiera che tra l’altro lo metteva a confronto con certe iconografie patriottiche dove l’Italia - di solito una bella bruna - si fasciava col tricolore che le modellava le tette. Non che a Spadolini mancassero le tette, ma l’effetto era proprio differente.
Guardai e riguardai la foto in cerca di qualche difettuccio che mostrasse il trucco. Niente. Sembrava proprio autentica; inoltre l’articolo che la accompagnava non era per niente satirico: parlava dei mondiali di calcio e della Grrrande Vitttoria della Nazionale sulla Polonia. Era l’estate del 1982 e fu proprio allora che si cominciò a vedere il tricolore da tutte le parti.
Molti avevano la bandiera fuori dalle finestre, altri sulle macchine; poco prima di Montevarchi, sulla statale, un bricoleur aveva dipinto di verde-bianco-rosso i pilastrini davanti casa sua; a Firenze, in piazza del Duomo, vidi un trans che si esibiva seminudo per la folla festante, sventolando il patrio vessillo dal cassone di un camion.
A me faceva proprio un brutto effetto. Io ero ancora fresco di militare. Per un anno, tutte le mattine alle 8, con tutte le condizioni meteo, avevo subito sull’attenti l’alzabandiera in cortile. Per dirla chiaramente, a me la bandiera faceva schifo. Rappresentava tutte cose che detestavo: l’esercito, lo stato democristiano, i fascisti che ce l’avevano fatta ingoiare a forza per vent’anni. Sapeva di retorica, di prepotenza e di muffa.
E io mi sentivo circondato da alieni, un po' come ne "L'invasione degli ultracorpi".
La vittoria finale del Mundial segnò il punto di non ritorno nel mutamento di specie. Alla Stazione ad Arezzo, squadre di giovanotti tricolori tiravano secchiate d’acqua dentro le macchine ferme al semaforo. Il simpatico scherzo avveniva così: si riempivano bidoni neri della spazzatura (rubati all’uopo) con l’acqua della fontana. Appena veniva il rosso, un giovine patriota apriva la portiera di destra di una macchina mentre altri due sopraggiungevano rovesciando il contenuto sul guidatore. Proprio di fronte c’era un ufficio dei vigili urbani. Se ne stavano sulla porta a guardare sorridenti. Dietro di loro, appeso alla parete, campeggiava il tricolore.
Si dice che una vigilessa, poco sportiva e con scarso amor di patria, tentasse di intralciare quegli arditi. Fu tosto prelevata di peso e scaraventata dentro la fontana tra i lazzi dei colleghi maschi.
Viva l’Italia.
'AGGANCIA' a questa una tua memoria / 'HOOK' to this memory a memory of yours
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