Memoria spedita da/Memory sent by: Carlo.Giabbanelli il 9.1.2008
memory padre/father Campane di Monte Nevoso
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Memories è un tentativo di interpretare esteticamente le
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riferimento temporale/time reference : anni sessanta
da chierichetto
Da bambino ho fatto il chierichetto. Tra i miei amici era quasi d’obbligo e tutti accorrevamo all’Oratorio, quando era il momento, e cominciavamo a fare carriera. Il capo chierichetto era il Gabellini; qualche anno di più, carisma da leader, eloquio posato ma assertivo. Il vice-capo era il Chieli, più alla mano (infatti eravamo molto amici), poi giù giù per vice si arrivava a me. Per l’esattezza ero il vice-vice-vice-vice-vice-vice-vice-vice-capo chierichetto perché comunque dopo di me era arrivato un altro su cui potevo comandare.
Mi ricordo l’entusiasmo per la tonaca e la cotta, che sarebbe quel coso traforato bianco che si mette sulla veste nera. In quei panni mi sentivo proprio togo; elegante direi.
Varie erano le prove a cui si veniva sottoposti prima di essere ammessi a servire la messa della domenica: aiutare il Proposto nella vestizione in sacrestia, servire le funzioni, le cerimonie, le processioni, leggere il Vangelo, oscillare con sobrietà il turibolo, sopportare stoicamente lo scolaticcio della cera fusa delle candele sulle mani, suonare le campane che a quell’epoca funzionavano ancora con le corde. Mi pare che si cominciasse con una campana piccolina, che chiamava alle funzioni, ed era relativamente agevole. Mi sa che a quelle grosse non ci sono mai arrivato. Ricordo solo una prova in Propositura durante la quale mi ritrovai sballottato per aria con la campana che spandeva suoni inauditi per il paese. Ci vuole il fisico per suonare le campane.
La mia carriera ebbe un crac fragoroso quando servii per la prima (e ultima) volta una messa solenne con tanto di coro dietro l’altare. C’erano ben tre preti e un tot di chierichetti. Il transetto era veramente affollato. Mia madre mi osservava benevola e trepidante fuori dalla balaustra, con in testa il suo fazzoletto della messa simile a un centrino da tavola.
Insomma intorno all’altare c’era una certa confusione, inoltre lo spettacolo era molto più complicato di una messa normale. Mi emozionai, persi il filo e a un certo punto mi ritrovai con un turibolone fumigante in mano che non sapevo a chi dare. Avevo da fare urgentemente qualcos’altro, così lo posai nel primo posto orizzontale che vidi. Sfortuna volle che fosse uno dei tre scranni solenni dove i celebranti a turno si sedevano durante la messa. Don Giulio andò per accomodarsi e trovò il turibolo.
Mi accorsi che qualcosa non andava perché la mamma era diventata di tutti i colori: tratteneva a stento le risa e la pipì, in un misto fra l’imbarazzo e il divertimento.
'AGGANCIA' a questa una tua memoria / 'HOOK' to this memory a memory of yours
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