Memoria spedita da/Memory sent by: donatella bernardi il 30.8.2006
memory padre/father Trapano Tabacco e Venere
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riferimento temporale/time reference : anni settanta
orrore in sala d'attesa
passato un po’ che non aprivo CM, l’ho fatto stasera e Trapano Tabacco e Venere mi ha fatto ricordare il primo dentista.
Dott. Ciliberti si chiamava, uso il passato in tutti i 2 sensi, sia perché non è più il mio dentista da un bel pezzo sia perché so che è passato a miglior (?) vita.
Ci sono andata da piccola, avevo circa 8, forse 10 anni ma tralascerei i particolari sulla mia situazione odontoiatrica e sulle cure del dottore in questione, per soffermarmi ad esorcizzare invece, il timore che provavo ogni volta nel Suo studio e in Sua presenza.
Già la sua figura…era un ometto basso, grassoccio, quasi pelato, con una gambona grossa un po’ claudicante, con un gran scarpone di pelle fuori misura – soffriva di gotta – con gli occhialetti metallici, da presbiti, da sopra i quali mi scrutava quando voleva dire qualcosa a me o a mia madre che, fortunatamente mi stava vicino e aveva un camice bianco abbottonato da una parte, con un colletto alla russa.
Di poche parole, mi pare, come si addice ad ogni “buon” medico, allora come ora…
Non era certo quel che si dice un uomo di bella presenza e anche se mi comportavo stoicamente, ero atterrita - il dentista fa sempre quest’effetto anche se ha il viso d’angelo – come è stato il primo che dopo di lui mi è capitato - un caso di compensazione? - non mutando peraltro il risultato finale che è rimasto sempre lo stesso: dal dentista si sta male.
Ma dal Ciliberti quello che mi metteva male, ancor prima di sedermi sulla sua fatale poltrona, era la sala d’attesa.
Un salottino rettangolare stretto e lungo, con un tavolino basso con le inevitabili riviste e con le pareti “abbellite” di quadretti a disegni/fumettoni (vi ricordate Fremura, bhè, un disegno del genere) con evidente intento ironico sulle sedute da dentisti- macellai!!!
L’evidenza dell’ironia non la coglievo a “sufficienza”, non mi facevano sorridere per niente, anzi, mi mettevano una bella paura…
C’era quello con l’uomo che suonava allo studio con il classico fazzolettone bianco legato intorno al viso, gota gonfia e dolorante e in fondo si intravedeva, dalla porta, il gabinetto del dentista pieno di arnesi e ferraglie di tutte le specie dove un paziente già sgambettava sulla sedia; lo stesso ometto lo si vedeva poi dibattersi sulla poltrona contenuto da una prosperosa e premurosa assistente con camicetta bianca e cuffietta mentre il dentista ci dava dentro con le tenaglie e si scorgevano schizzi di sangue e denti che volavano a destra e sinistra; c’era quello più “umano” in cui si vedeva il malcapitato di turno spatasciato sulla poltrona, esausto, mentre il dottore tronfio e scarmigliato mostrava il dentone estratto con tanto di radice grossa come una casa…
Che dire, forse il mio dentista era in realtà un tipo spiritoso e forse pure simpatico nella sua vita privata ma a me che dovevo sottopormi alle sue cure quei disegni facevano solo tremare, non mi rassicuravano certo sulle sue capacità professionali e quei minuti d’attesa erano un vero strazio, una tappa obbligata in attesa del tormento vero e proprio…..
'AGGANCIA' a questa una tua memoria / 'HOOK' to this memory a memory of yours
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