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Di getto

L'urgenza della condivisione.
Sempre,quando abbiamo un problema di salute subentra la necessità di metterne a conoscenza chi ci sta vicino.
un male allo stomaco,una febbre che ci costringe a modificare la nostra giornata, preme,spinge,assume le sembianze del fardello,da condividere.
Per noi persone comuni.
Per noi persone comuni.
Per noi persone comuni.

Qualcuno mi dice che devo risalire all'origine.
ripensare a me,quando ero piccola o lo sono ancora?lo sono ancora.
parlare,anzi parlarne.
va bene?
fa bene?
parlare anzi parlarne e basta?
va bene?
fa bene?
e se io non volessi più usare il forse?
e se io mi accorgessi che in fondo io non sono nemmeno io e che
i ricordi che ho sono insufficienti per parlare di quando ero piccola,e se mi accorgessi che non ne voglio parlare,e se mi accorgessi che voglio assumere un'altra identità,e se mi accorgessi che desidero solo sparire,uscire da una parte e risbucare da un'altra,e se mi accorgessi che voglio essere me al negativo,e se mi accorgessi che voglio essere una, una diversa.Una.Una e basta,ma non quella che sono io.Ieri Oli mi ha detto:a volte penso che la mia vita sia solo un sogno lungo,che dura di più.
Ha otto anni,io lo penso ancora.
e se mi accorgessi che nemmeno io so dove puntare lo sguardo e i pensieri,e se perdessi l'orientamento così duramente acquisito,e se mi trovassi persa,in una strada nera,buia con ululati che mi cercano,mi si appiccicano addosso,saprei reagire,saprei scappare,correre o rimarrei ferma lì.
Un mio sogno ossessivo è di me che prendo il sole su una spiaggia,sono sdraiata a pancia in su.
arriva una persona che conosco,si ferma accanto a me ma non mi vede,mi si sdraia sopra e io sprofondo nella sabbia,la sento che mi entra in bocca,ma sprofondo,sprofondo,non so fare niente perchè si accorga di me,che soffoco,sprofondo,con la bocca ormai piena di sabbia,e gli occhi già chiusi.
Spesso mi dico che morire è così facile,diventa quasi banale,in fondo basterebbe un respiro in più e non saremmo morti,forse dipende dalla volontà,dalla sensazione di appartenenza,appartenenza a noi stessi,mi appartengo,ci sono,mi sento,sono qui,faccio un altro respiro mentre me ne accorgo e la morte se ne va,tempo sprecato,lavoro inutile,tornerò,ora soprassiedo,lascio stare,chi se ne frega,in fondo ci sono altri palpiti,più attendibili.
Dove mi sono arenata,cosa mi sta trattenendo,in quale bosco di rovi sono andata ad incastrarmi,l'orlo del mio grembio è rimasto inchiodato alle spine,la mamma mi brontola,non vuole gli strappi,ma devo tirarlo via,altrimenti rimango qui,fra i rovi.
dove sono
dove sono
dove sono
non sono qui
qui non ci sono
qui no
non ci sono
ma è bene che gli altri lo credano
che io ci sono
che io sia qui
si scappa meglio
ci si confonde meglio
e chi ci cerca non ci trova
ci trova chi non ci cerca,chi non ci ha cercato mai.
ci trova,e forse gli fa piacere,e forse diventa bello trovarsi
in modo da poter condividere il mal di testa,quando il mal di testa verrà
e ci faremo leggere la posologia
e ci faremo preparare la cura
saranno gli altri a curarci
noi non ne saremo capaci.
mai.

Forse.






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