riferimento temporale/time reference : ora


lettera mai spedita

Scusate se scrivo.
Vi leggo da un po’ di tempo e ho deciso, alla fine, di scrivere qualcosa anch’io
E scusatemi anche se, come prima cosa, spedisco non una memoria, ma solo una lettera.
Scriverò anche delle memorie. Prometto.
Ne ho tante…. di memorie, quelle che mi permette questa testa ormai troppo fumata non solo di tabacco.
Riuscirò, vedrete, a riallacciare i fili di memoria. Anche se potranno essere come fili di burattino spezzati e riannodati male con il risultato che non tornano più bene, hanno lunghezze diverse e il burattino si muove, ma senza più buona coordinazione.
Riuscirò a ri-cordare….. riportare al cuore, sede per gli antichi, della memoria…..forse perché ricordare è anche ri-emozionarsi e quando ti ri-emozioni senti sempre che il cuore ha uno sbalzo, un mancamento, un’accellerata, un soffio di vento caldo o, a volte, freddo.
Quindi per ora una lettera.
Una lettera che non spedirò.
Una lettera mai spedita, una lettera che non esiste, ……“una lettera che non c’è, che sporco con le dita, d’inchiostro e di caffè� …….per fare una citazione (non colta sicuramente).
Scusate per quello che scrivo, non sarà attinente a niente di quello che scrivete di solito (con qualche eccezione), ma ho bisogno di scriverlo e penso mi perdonerete.
_________
Ciao amore mio
Ti scrivo e non spedisco perché forse non capiresti il senso di quello che scrivo.
Ma l’ho scrivo per mettere un segno, per ricordarmi, un giorno, che queste cose le ho pensate e forse erano un po’ vere.
Forse.
E comincio dalla parola “amante�.
Io e te lo siamo. Abbiamo nostre vite da cui non riusciamo a staccarci ed è per questo che continuiamo ad essere amanti.
Essere “solo un amante� è veramente triste.
Così mi racconti agli altri.
E non sei contenta di raccontarlo.
Non dici sono innamorata.
Dici: “ho un amante�.
Essere un “amante� non è essere un “amore�, anche se di amore fra noi ce n’è tanto.
Forse.
È un qualcosa di diverso è come accontentarsi di una vita tremendamente monca.
Come nascere e, mentre ancora ti lecchi via sangue e liquido amniotico, ti senti dire che invece di quattro zampe ne hai solo tre.
Dici: “Cazzo! ma io sono un cavallo! come correrò nelle praterie con tre zampe?�
E pensi: �…. forse, più tardi, mi crescerà….. deve crescere. Sicuro! Sono un cavallo.
Non bianco, ma sono comunque un cavallo�.

E invece no! Ho la sensazione che non sarò mai un cavallo a quattro zampe.
Corricchierò. Piccoli tratti. Mi accontenterò di vedere da lontano gli altri cavalli correre e forse riuscirò anche a godere di quei pochi momenti in cui, dimentico, di avere solo tre zampe, mi sembrerà di correre veramente veloce e sentire il vento nella criniera.
Mi accontenterò di piccole cose, di amore “di risulta�, di sesso rubato, di parole sussurrate in tempi strappati al mondo e alle nostre vite.
E’ questo che mi tocca. Me ne sto rendendo lentamente, ma inesorabilmente, conto.
E’ questo che ci tocca.
Forse a te va bene così.
E se fossi diverso anche a me potrebbe andare bene.
Non sono diverso. Sono così.


Il cielo è grigio oggi e gli uccelli, quelli rimasti, non devono avere una gran voglia di volare.
Io ne avrei voglia.
Volare anche in questo cielo grigio e cantare anche dei tempi bui, nei tempi bui.
Come diceva Brecht.
Per questo ora canto la mia tristezza.



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