Memoria spedita da/Memory sent by: Carlo.Giabbanelli il 22.4.2005
memory padre/father piccoli brividi
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riferimento temporale/time reference : dagli anni 60
Brividi cosmici
A parte la casalinga part-time: uguale uguale.
Sono pensieri che ho bazzicato fin da bambino. Quando qualcuno (il maestro?) mi disse che ogni atomo potrebbe essere paragonato a un sistema solare in miniatura, precipitai nell'infinito di una gamba di tavolo: quello del tinello di casa mia. Più piccolo dei tarli, più piccolo delle cellule rinsecchite di un legno vecchio e piuttosto scassato, fino a precipitare nel buio interatomico e atterrare su uno sperduto elettrone. Chi c'era lì? Lo sapeva di non essere altro che una parte della gamba del tavolo dove facevo i compiti? E anche noi, ovviamente, potevamo essere parte di una struttura inimmaginabile.
Non so cosa mi mise in quest'ordine di idee: forse l'esplorazione dello spazio che era ai primi passi, oppure il fatto che mi avessero regalato un piccolo telescopio. Gli anni 60 erano impregnati di fantascienza: all'epoca leggevo Nembo Kid, più tardi sono passato a Urania.
Sono pensieri cosmici. Penso che aiutino a decentrarci, a considerare il mondo da molti punti di vista, come la faccenda dei colori. Pensieri grandiosi, vertiginosi, con i quali prendiamo le misure all'universo.
Altre volte io e i miei amici ci arrampicavamo a sedere sul piedistallo del monumento a Garibaldi in Piazza. Uno diceva: "Secondo voi si potrebbe far scoppiare un incendio che brucia tutto il mondo?" Chi rispondeva di sì, chi di no. Allora quello insisteva: "Se prende fuoco l'edicola di Tommaso..." L'idea di dare fuoco all'edicola di Tommaso credo derivasse dalle locandine appese in gran quantità fuori dal negozio. Uno quasi si vedeva a scriccare il fiammifero e accostarlo alla carta.
"Arrivano i pompieri" "... Ma in paese mica ci sono. Devono arrivare come minimo dal Borgo e magari quel giorno c'è il vento e prima che arrivino hanno già preso fuoco le case accanto!"
La cosa si faceva interessante; ognuno allora dava il suo contributo: "Sì, sì, allora le scintille volano portate dal vento e arrivano fino al distributore e quello scoppia e incendia le case accanto!"
Avevamo dei problemi per far uscire il fuoco dal nostro paese e appiccarlo ai paesi vicini, perché insomma bisognava essere rigorosi: l'estensione doveva essere automatica. Chi sosteneva che una grande esplosione ad Anghiari avrebbe sparato spezzoni infuocati fino a Sansepolcro e citava quella volta che era saltata la polveriera di Renicci: una scheggia di bomba era volata per diversi chilometri accoppando un povero contadino nel suo campo dalle parti di Viaio. Chi proponeva l'idea dell'untore involontario. Cioè una macchina vicina al distributore scappava dall'incendio senza sapere di portarlo con sé. Poi arrivava al Borgo e scoppiava appiccando il fuoco anche lì.
Poi dal Borgo a Città di Castello, Umbertide e giù giù fino a conseguenze planetarie.
Eravamo figli della Guerra Fredda e l'idea della distruzione totale era congenita. Pensieri grandiosi.
'AGGANCIA' a questa una tua memoria / 'HOOK' to this memory a memory of yours
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