Sono abituata da sempre al silenzio, ma di notte in inverno, qui, il silenzio si fa assoluto. Questo silenzio, però, non è mai vuoto di suoni, al contrario, è uno stato in cui i rumori esterni ed interni al mio corpo si equivalgono. Il mio pensare, ora, è infastidito dal brusio piatto del computer, ed è accompagato dal rumore piacevole della mina che disegna parole sulla carta e dalla mano che, spostandosi, accarezza il foglio. Ascolto la mia presenza, posso sentire-ascoltare ogni azione che compio, deglutendo ascolto un rumore che va dalla bocca, la lingua contro il palato, fino alle orecchie, anche il respiro e in qualche momento il brontolio della pancia si fanno sentire, ma il rumore più piacevole è quello che ascolto in testa quando mi gratto i capelli, nella notte silenziosa il tatto soccombe all'udito e ogni gesto, ogni azione, ha un suono proprio e individuale.

Sarà mai possibile, tu credi, realizzare una mappa sonora delle proprie azioni? qual'è il rumore di una carezza?

donatella ruttar italia

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